La strategia dell’Unidade Indipendentista

==it==

Recentemente sono stati fatti in Sardegna elezioni regionali, l'opzione nazionalista ha avuto un discreto risultato (IRS 3-4% e Unidade Indipendentista quasi l'1%). Cogliamo l'occasione per approfondire la strategia di indipendenza dell'isola, grazie alla collaborazione di Christian Sabino, membro dell'esecutivo nazionale di A Manca pro s'Indipendentzia e candidati di Unidade Indipendentista.

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Recentemente sono stati fatti in Sardegna elezioni regionali, l'opzione nazionalista ha avuto un discreto risultato (IRS 3-4% e Unidade Indipendentista quasi l'1%). Cogliamo l'occasione per approfondire la strategia di indipendenza dell'isola, grazie alla collaborazione di Christian Sabino, membro dell'esecutivo nazionale di A Manca pro s'Indipendentzia e candidati di Unidade Indipendentista.

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Sardiniako hauteskundeak izan berri dira, azken 5 urteetan Erkidegoko lehendakaria izandako Renato Soruk hauteskundeak galdu ditu, eta honen aurrean Ugo Cappellacci Berlusconiren Popolo della Libertá alderdiko hautagaiak irabazi du, Soruren politikaren porrota argi utziz. Aipatu behar da Cappellaccik Partito Sardo d’Azione (Psd’A) alderdi autonomistaren laguntza izan duela. Independentismoaren emaitzei begira, momentuz elektoralki apala bada ere (IRS-ek bozken %3a lortu du eta Unidade Indipendentista, lehen aldiz aurkeztu ostean, % 0,55ean gelditu da), aukera hau baliatu nahi izan dugu Sardiniako Independentismoaren estrategian sakontzeko. Cristiano Sabino-k, A Manca pro s’Indipendentziako Exekutiba Nazionaleko kidea eta Unidade Indipendentistako hautagaiak, idatzi digun artikulua izan bedi argigarri.

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Sardiniako hauteskundeak izan berri dira, azken 5 urteetan Erkidegoko lehendakaria izandako Renato Soruk hauteskundeak galdu ditu, eta honen aurrean Ugo Cappellacci Berlusconiren Popolo della Libertá alderdiko hautagaiak irabazi du, Soruren politikaren porrota argi utziz. Aipatu behar da Cappellaccik Partito Sardo d’Azione (Psd’A) alderdi autonomistaren laguntza izan duela. Independentismoaren emaitzei begira, momentuz elektoralki apala bada ere (IRS-ek bozken %3a lortu du eta Unidade Indipendentista, lehen aldiz aurkeztu ostean, % 0,55ean gelditu da), aukera hau baliatu nahi izan dugu Sardiniako Independentismoaren estrategian sakontzeko. Cristiano Sabino-k, A Manca pro s’Indipendentziako Exekutiba Nazionaleko kidea eta Unidade Indipendentistako hautagaiak, idatzi digun artikulua izan bedi argigarri.

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Sardiniako hauteskundeak izan berri dira, azken 5 urteetan Erkidegoko lehendakaria izandako Renato Soruk hauteskundeak galdu ditu, eta honen aurrean Ugo Cappellacci Berlusconiren Popolo della Libertá alderdiko hautagaiak irabazi du, Soruren politikaren porrota argi utziz. Aipatu behar da Cappellaccik Partito Sardo d’Azione (Psd’A) alderdi autonomistaren laguntza izan duela. Independentismoaren emaitzei begira, momentuz elektoralki apala bada ere (IRS-ek bozken %3a lortu du eta Unidade Indipendentista, lehen aldiz aurkeztu ostean, % 0,55ean gelditu da), aukera hau baliatu nahi izan dugu Sardiniako Independentismoaren estrategian sakontzeko. Cristiano Sabino-k, A Manca pro s’Indipendentziako Exekutiba Nazionaleko kidea eta Unidade Indipendentistako hautagaiak, idatzi digun artikulua izan bedi argigarri.

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La strategia dell’Unidade Indipendentista

La Sardigna è da circa 150 anni una colonia interna dello stato italiano e viene attualmente utilizzata come area di servizio dei grandi capitali italiani ed internazionali, come gigantesca base militare, come paradiso turistico da sfruttare, come serbatoio di manodopera flessibile a basso costo e come bacino di voti e clientele politiche dai maggiori partiti italiani. La situazione economica è disastrosa e in palese deterioramento: le fabbriche non producono ricchezza ma disoccupazione e non esiste alcuna legislazione che impedisca la rapina sistematica del nostro territorio; i pastori sono costretti a vendere il latte come prodotto industriale; i giovani sono costretti ad emigrare o ad arruolarsi nelle file dell’esercito italiano. In sintesi nella nostra isola ogni produzione autonoma viene sistematicamente scoraggiata perché i settori trainanti della nostra economia sono debilitati a vantaggio di una economia di dipendenza od economia assistita al fine di garantire un flusso di capitali dalla nostra isola alle tasche degli imprenditori o delle multinazionali non sarde. Date queste premesse i comunisti in Sardigna non possono che sviluppare una analisi anticolonialista ed approntare una conseguente linea politica. I comunisti, se non vogliono correre il rischio di muoversi in un mondo di carta, hanno il dovere di analizzare i meccanismi e i processi della colonizzazione italiana che da 150 anni tiene in ginocchio il popolo lavoratore sardo e studiare una strategia politica ed organizzativa adeguata, al fine di intraprendere un percorso di emancipazione insieme nazionale e sociale.

A Manca pro s’Indipendentzia ha svolto il suo primo congresso ufficiale nel marzo del 2006 e si è posta fin da subito due obbiettivi strategici: compattare l’area della sinistra indipendentista sulle parole d’ordine “sotzialismu indipendentzia” e lavorare alla formazione di un blocco politico indipendentista che ruoti attorno ad un progetto programmatico anticolonialista. In Sardigna infatti anche le forze indipendentiste che non si muovono esplicitamente sul terreno della lotta di classe e del socialismo, svolgono oggettivamente un ruolo anticolonialista, in quanto si oppongono al processo di colonizzazione economica e culturale che lo stato italiano opera ai danno del nostro popolo e della nostra terra. Date le condizioni storicamente determinate di nazione oppressa e di colonia della nostra terra, i comunisti sardi non possono che battersi in prima fila nella lotta patriottica e non possono che lavorare al consolidamento dell’alleanza con tutte le forze che sono espresse dalla resistenza sarda. Nonostante le apparenti divisioni fra “destra” e “sinistra” italiane, il reale scontro in atto è quello fra chi lotta per la sovranità e l’indipendenza della nazione sarda e chi si dimostra organico al colonialismo italiano. In questa prospettiva è necessario scavare un solco profondo fra il campo patriottico e il campo colonialista eliminando ogni ambiguità e denunciando pubblicamente i crimini del blocco colonialista, compresa la sua ala sinistra (la sinistra italianista). A Manca pro s’Indipendentzia considera quindi sui naturali alleati tutti coloro i quali nello scontro fra anticolonialismo e colonialismo si muovono nel primo campo e combattono il secondo, e non considera alleati tutte quelle organizzazioni che spalleggiano le forze di occupazione, anche quando hanno la falce e il martello come simbolo. La strategia dell’unità indipendentista non è dunque frutto di una contingenza elettorale, ma risulta insita nella natura stessa del progetto politico della nostra organizzazione. Noi crediamo che nel variegato panorama indipendentista ed anticolonialista sardo i comunisti abbiano il dovere di svolgere un ruolo guida lavorando all’affermazione di contenuti decisamente progressivi di liberazione sociale all’interno del movimento di liberazione nazionale. Questo è il senso della strategia unitaria degli indipendentisti che aMpI segue con rigore e coerenza fin dalla sua fondazione.

L’occasione per mettere a frutto questa strategia politica ci è stata data dalle elezioni anticipate che si svolgeranno il 15 e il 16 febbraio per il rinnovo del consiglio regionale. Le dimissioni presentate il 25 novembre dal governatore Soru hanno dimostrato che il “progetto Sardegna” che aveva incantato molti sardi alle scorse elezioni regionali per la sua capacità di stimolare l’illusione di una rinascita civile, economica e culturale del popolo sardo è definitivamente fallito. Soru si era presentato come il promotore di una nuova classe dirigente autonomista intenzionata a ricontrattare il rapporto con lo stato centrale, a valorizzare l’economia e la cultura sarda, a conquistare spazi sempre maggiori di sovranità nazionale e territoriale, a dismettere le servitù militari NATO e italiane restituendo i territori alle comunità. Questo sogno, a cui i sardi nel 2004 avevano dato fiducia, si è definitivamente infranto. Le dimissioni di Soru sono l’ultimo atto di una guerra interna di logoramento che da mesi dilaniava il PD sardo e l’intera maggioranza che sosteneva il governatore. Uno scontro del resto totalmente interno ad una medesima classe politica “compradora” responsabile dello sfascio economico-produttivo e del genocidio culturale ed etnico che il nostro popolo sta subendo da un secolo e mezzo. Le dimissioni del Governatore sono arrivate lo stesso giorno in cui la Polimeri Europa, controllata dall’ENI, annunciava la chiusura per due mesi degli stabilimenti di Porto Torres, determinando il rischio chiusura per l’intero settore petrolchimico presente in Sardigna e aprendo le porte ad oltre 5000 licenziamenti. Disoccupati che si vanno ad aggiungere alle altre migliaia di operai della Legler, della Unilever, della Queen, della Palmera, della cartiera di Arbatax. La maggior parte di queste industrie sono in fase di smantellamento non perché improduttive, ma perché i loro padroni, quasi sempre italiani, dopo aver usufruito di abbondanti finanziamenti pubblici anche di tipo regionale, trovano più economico delocalizzare la produzione dove il costo del lavoro risulta più a buon mercato. Alla crisi irreversibile dell’industria sarda bisogna aggiungere la crisi altrettanto irreversibile del settore agropastorale e dell’artigianato, lo spopolamento delle zone interne e la massiccia ripresa dell’emigrazione oltremare. Insomma la classe politica italianista che ha governato negli ultimi 60 anni ha ridotto la nostra economia in ginocchio per il semplice fatto che tutta la sua politica non è stata mai orientata a soddisfare le reali esigenze del nostro popolo, ma a predisporre la nostra terra alla sistematica rapina dello Stato italiano e dei suoi alleati imperialistici.

A Manca pro s’Indipendentzia ha ritenuto opportuno prendersi le sue responsabilità di fronte a questa situazione ed avviare un percorso di costruzione nazionale coerente con la sua linea politica anticolonialista. Per questo motivo abbiamo convocato le forze sane della nazione sarda con la prospettiva di costruire una nuova classe dirigente nazionale organica agli interessi del nostro popolo. A questo tavolo si è seduta tutta la sinistra indipendentista e Sardigna Natzione. IRS ha fatto per il momento una scelta non unitaria e ha deciso di presentarsi con il proprio simbolo e il proprio candidato presidente. Questa posizione a nostro parere non rafforza la crescita dell’indipendentismo, bensì la sua frammentazione e va a tutto vantaggio del processo di colonizzazione in atto. Ci auguriamo però che in futuro IRS possa rivedere le sue scelte e sedersi ad un tavolo con le altre forze indipendentiste.

Così è nata Unidade Indipendentista, il cui simbolo è la Sardigna rossa con sopra il pugnale nuragico (simbolo della resistenza dei sardi contro l’occupazione romana e della loro appartenenza comunitaria) a cui è legata la benda dei quattro mori che è oggi la bandiera sarda. La Direzione nazionale di UI ha scritto un programma politico corrispondente alle reali esigenze del popolo sardo e in particolare delle sue componenti lavoratrici (http://www.unidadeindipendentista.org/). UI ha individuato le contraddizioni principali del colonialismo italiano e ha formulato proposte concrete e praticabili per cambiare rotta in direzione di una decisa sovranità economica, politica, territoriale e culturale del nostro popolo. Nonostante la disparità delle forze economiche messe in campo rispetto ai due schieramenti italianisti (centro destra e centro sinistra) abbiamo già raggiunto gli obbiettivi che ci eravamo prefissati. Il nostro biglietto da visita è stato il nostro programma elettorale e il nostro progetto politico unitario che ha suscitato entusiasmo ed interesse. Abbiamo stampato migliaia di programmi e li abbiamo portati in tutti i paesi, nelle campagne colpite dalla crisi, negli ovili dei pastori, nelle fabbriche dismesse o in via di chiusura, nei quartieri degradati delle città. Siamo perfettamente consapevoli che in Sardigna il movimento indipendentista è attualmente incapace di far passare il messaggio che il reale scontro non è fra i due schieramenti italianisti, ma fra le forze coloniali e gli indipendentisti. Dobbiamo però ragionare non sulla base dei risultati immediati, ma in prospettiva: per questo le elezioni autonomistiche sono semplicemente uno strumento per lanciare il progetto dell’unità indipendentista al di là del risultato elettorale. A Manca pro s’Indipendentzia proseguirà la strategia unitaria con la consapevolezza che si tratta di una strategia che richiederà molto tempo ed impegno prima di dare frutti adeguati alle nostre aspettative. Non esistono però scorciatoie; solamente consolidando le nostre ragioni e i nostri valori nella comunità sarda costruiremo le condizioni per affondare le radici del progetto indipendentista nel sentidu del nostro Popolo e potremmo avviare così un percorso di reale emancipazione nazionale e sociale e liberare la nostra terra dagli occupanti italiani. Le elezioni sono state un ottimo trampolino di lancio per s’Unidade e per il suo programma elettorale, ma il lavoro duro inizierà il giorno immediatamente dopo le votazioni. Allora torneremo in tutti i paesi dove abbiamo fatto campagna elettorale, rimetteremo piede nelle campagne, negli ovili, nelle fabbriche e nelle città e lavoreremo quotidianamente per radicare una base indipendentista facendo leva sulle energie migliori del nostro popolo e denunciando tutte le scelte compiute dalla classe politica italiana fatte sulla pelle dei lavoratori sardi a tutela degli interessi degli investitori stranieri e dello Stato italiano. Lavoreremo per denunciare il ruolo di mediatori dei partiti italiani, la loro assoluta dipendenza dallo stato centrale e costruiremo assieme al nostro popolo una alternativa organica ai suoi interessi.

Cristiano Sabino – Esecutivo Nazionale di a Manca pro s’Indipendentzia

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La strategia dell’Unidade Indipendentista

La Sardigna è da circa 150 anni una colonia interna dello stato italiano e viene attualmente utilizzata come area di servizio dei grandi capitali italiani ed internazionali, come gigantesca base militare, come paradiso turistico da sfruttare, come serbatoio di manodopera flessibile a basso costo e come bacino di voti e clientele politiche dai maggiori partiti italiani. La situazione economica è disastrosa e in palese deterioramento: le fabbriche non producono ricchezza ma disoccupazione e non esiste alcuna legislazione che impedisca la rapina sistematica del nostro territorio; i pastori sono costretti a vendere il latte come prodotto industriale; i giovani sono costretti ad emigrare o ad arruolarsi nelle file dell’esercito italiano. In sintesi nella nostra isola ogni produzione autonoma viene sistematicamente scoraggiata perché i settori trainanti della nostra economia sono debilitati a vantaggio di una economia di dipendenza od economia assistita al fine di garantire un flusso di capitali dalla nostra isola alle tasche degli imprenditori o delle multinazionali non sarde. Date queste premesse i comunisti in Sardigna non possono che sviluppare una analisi anticolonialista ed approntare una conseguente linea politica. I comunisti, se non vogliono correre il rischio di muoversi in un mondo di carta, hanno il dovere di analizzare i meccanismi e i processi della colonizzazione italiana che da 150 anni tiene in ginocchio il popolo lavoratore sardo e studiare una strategia politica ed organizzativa adeguata, al fine di intraprendere un percorso di emancipazione insieme nazionale e sociale.

A Manca pro s’Indipendentzia ha svolto il suo primo congresso ufficiale nel marzo del 2006 e si è posta fin da subito due obbiettivi strategici: compattare l’area della sinistra indipendentista sulle parole d’ordine “sotzialismu indipendentzia” e lavorare alla formazione di un blocco politico indipendentista che ruoti attorno ad un progetto programmatico anticolonialista. In Sardigna infatti anche le forze indipendentiste che non si muovono esplicitamente sul terreno della lotta di classe e del socialismo, svolgono oggettivamente un ruolo anticolonialista, in quanto si oppongono al processo di colonizzazione economica e culturale che lo stato italiano opera ai danno del nostro popolo e della nostra terra. Date le condizioni storicamente determinate di nazione oppressa e di colonia della nostra terra, i comunisti sardi non possono che battersi in prima fila nella lotta patriottica e non possono che lavorare al consolidamento dell’alleanza con tutte le forze che sono espresse dalla resistenza sarda. Nonostante le apparenti divisioni fra “destra” e “sinistra” italiane, il reale scontro in atto è quello fra chi lotta per la sovranità e l’indipendenza della nazione sarda e chi si dimostra organico al colonialismo italiano. In questa prospettiva è necessario scavare un solco profondo fra il campo patriottico e il campo colonialista eliminando ogni ambiguità e denunciando pubblicamente i crimini del blocco colonialista, compresa la sua ala sinistra (la sinistra italianista). A Manca pro s’Indipendentzia considera quindi sui naturali alleati tutti coloro i quali nello scontro fra anticolonialismo e colonialismo si muovono nel primo campo e combattono il secondo, e non considera alleati tutte quelle organizzazioni che spalleggiano le forze di occupazione, anche quando hanno la falce e il martello come simbolo. La strategia dell’unità indipendentista non è dunque frutto di una contingenza elettorale, ma risulta insita nella natura stessa del progetto politico della nostra organizzazione. Noi crediamo che nel variegato panorama indipendentista ed anticolonialista sardo i comunisti abbiano il dovere di svolgere un ruolo guida lavorando all’affermazione di contenuti decisamente progressivi di liberazione sociale all’interno del movimento di liberazione nazionale. Questo è il senso della strategia unitaria degli indipendentisti che aMpI segue con rigore e coerenza fin dalla sua fondazione.

L’occasione per mettere a frutto questa strategia politica ci è stata data dalle elezioni anticipate che si svolgeranno il 15 e il 16 febbraio per il rinnovo del consiglio regionale. Le dimissioni presentate il 25 novembre dal governatore Soru hanno dimostrato che il “progetto Sardegna” che aveva incantato molti sardi alle scorse elezioni regionali per la sua capacità di stimolare l’illusione di una rinascita civile, economica e culturale del popolo sardo è definitivamente fallito. Soru si era presentato come il promotore di una nuova classe dirigente autonomista intenzionata a ricontrattare il rapporto con lo stato centrale, a valorizzare l’economia e la cultura sarda, a conquistare spazi sempre maggiori di sovranità nazionale e territoriale, a dismettere le servitù militari NATO e italiane restituendo i territori alle comunità. Questo sogno, a cui i sardi nel 2004 avevano dato fiducia, si è definitivamente infranto. Le dimissioni di Soru sono l’ultimo atto di una guerra interna di logoramento che da mesi dilaniava il PD sardo e l’intera maggioranza che sosteneva il governatore. Uno scontro del resto totalmente interno ad una medesima classe politica “compradora” responsabile dello sfascio economico-produttivo e del genocidio culturale ed etnico che il nostro popolo sta subendo da un secolo e mezzo. Le dimissioni del Governatore sono arrivate lo stesso giorno in cui la Polimeri Europa, controllata dall’ENI, annunciava la chiusura per due mesi degli stabilimenti di Porto Torres, determinando il rischio chiusura per l’intero settore petrolchimico presente in Sardigna e aprendo le porte ad oltre 5000 licenziamenti. Disoccupati che si vanno ad aggiungere alle altre migliaia di operai della Legler, della Unilever, della Queen, della Palmera, della cartiera di Arbatax. La maggior parte di queste industrie sono in fase di smantellamento non perché improduttive, ma perché i loro padroni, quasi sempre italiani, dopo aver usufruito di abbondanti finanziamenti pubblici anche di tipo regionale, trovano più economico delocalizzare la produzione dove il costo del lavoro risulta più a buon mercato. Alla crisi irreversibile dell’industria sarda bisogna aggiungere la crisi altrettanto irreversibile del settore agropastorale e dell’artigianato, lo spopolamento delle zone interne e la massiccia ripresa dell’emigrazione oltremare. Insomma la classe politica italianista che ha governato negli ultimi 60 anni ha ridotto la nostra economia in ginocchio per il semplice fatto che tutta la sua politica non è stata mai orientata a soddisfare le reali esigenze del nostro popolo, ma a predisporre la nostra terra alla sistematica rapina dello Stato italiano e dei suoi alleati imperialistici.

A Manca pro s’Indipendentzia ha ritenuto opportuno prendersi le sue responsabilità di fronte a questa situazione ed avviare un percorso di costruzione nazionale coerente con la sua linea politica anticolonialista. Per questo motivo abbiamo convocato le forze sane della nazione sarda con la prospettiva di costruire una nuova classe dirigente nazionale organica agli interessi del nostro popolo. A questo tavolo si è seduta tutta la sinistra indipendentista e Sardigna Natzione. IRS ha fatto per il momento una scelta non unitaria e ha deciso di presentarsi con il proprio simbolo e il proprio candidato presidente. Questa posizione a nostro parere non rafforza la crescita dell’indipendentismo, bensì la sua frammentazione e va a tutto vantaggio del processo di colonizzazione in atto. Ci auguriamo però che in futuro IRS possa rivedere le sue scelte e sedersi ad un tavolo con le altre forze indipendentiste.

Così è nata Unidade Indipendentista, il cui simbolo è la Sardigna rossa con sopra il pugnale nuragico (simbolo della resistenza dei sardi contro l’occupazione romana e della loro appartenenza comunitaria) a cui è legata la benda dei quattro mori che è oggi la bandiera sarda. La Direzione nazionale di UI ha scritto un programma politico corrispondente alle reali esigenze del popolo sardo e in particolare delle sue componenti lavoratrici (http://www.unidadeindipendentista.org/). UI ha individuato le contraddizioni principali del colonialismo italiano e ha formulato proposte concrete e praticabili per cambiare rotta in direzione di una decisa sovranità economica, politica, territoriale e culturale del nostro popolo. Nonostante la disparità delle forze economiche messe in campo rispetto ai due schieramenti italianisti (centro destra e centro sinistra) abbiamo già raggiunto gli obbiettivi che ci eravamo prefissati. Il nostro biglietto da visita è stato il nostro programma elettorale e il nostro progetto politico unitario che ha suscitato entusiasmo ed interesse. Abbiamo stampato migliaia di programmi e li abbiamo portati in tutti i paesi, nelle campagne colpite dalla crisi, negli ovili dei pastori, nelle fabbriche dismesse o in via di chiusura, nei quartieri degradati delle città. Siamo perfettamente consapevoli che in Sardigna il movimento indipendentista è attualmente incapace di far passare il messaggio che il reale scontro non è fra i due schieramenti italianisti, ma fra le forze coloniali e gli indipendentisti. Dobbiamo però ragionare non sulla base dei risultati immediati, ma in prospettiva: per questo le elezioni autonomistiche sono semplicemente uno strumento per lanciare il progetto dell’unità indipendentista al di là del risultato elettorale. A Manca pro s’Indipendentzia proseguirà la strategia unitaria con la consapevolezza che si tratta di una strategia che richiederà molto tempo ed impegno prima di dare frutti adeguati alle nostre aspettative. Non esistono però scorciatoie; solamente consolidando le nostre ragioni e i nostri valori nella comunità sarda costruiremo le condizioni per affondare le radici del progetto indipendentista nel sentidu del nostro Popolo e potremmo avviare così un percorso di reale emancipazione nazionale e sociale e liberare la nostra terra dagli occupanti italiani. Le elezioni sono state un ottimo trampolino di lancio per s’Unidade e per il suo programma elettorale, ma il lavoro duro inizierà il giorno immediatamente dopo le votazioni. Allora torneremo in tutti i paesi dove abbiamo fatto campagna elettorale, rimetteremo piede nelle campagne, negli ovili, nelle fabbriche e nelle città e lavoreremo quotidianamente per radicare una base indipendentista facendo leva sulle energie migliori del nostro popolo e denunciando tutte le scelte compiute dalla classe politica italiana fatte sulla pelle dei lavoratori sardi a tutela degli interessi degli investitori stranieri e dello Stato italiano. Lavoreremo per denunciare il ruolo di mediatori dei partiti italiani, la loro assoluta dipendenza dallo stato centrale e costruiremo assieme al nostro popolo una alternativa organica ai suoi interessi.

Cristiano Sabino – Esecutivo Nazionale di a Manca pro s’Indipendentzia

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Sardiniako Batasun Indipendentistaren estrategia (Unidade Indipendentista)

150 urte dira Sardinia italiar estatuaren kolonia dela. Italiak irla ustiatzeko duen moduan menpekotasun hau antzematen da: metropoliko kapital handiaren inbertsio esparru, base militar herraldoi, turismorako paradisu, lanesku prekario eta merkea eskuratzeko lan-merkatu eta italiako alderdiek bozkak jasotzeko lekua bilakatu da Sardinia azken hamarkadetan. Bertako ekimen ekonomikoak baztertuak izan dira Italiatik inposatutako garapen ereduarekin bat ez zetozelako. Honen arabera, bertako aberastasunak Italiako eta beste atzerriko herrietako enpresariek eraman dituzte. Testuinguru honen eraginez, irlako ekonomia eta gizartea egoera larrian aurkitzen dira: Italiatik inposatutako industriak ixten ari dira, lurraldea etengabean gainustiatzen jarraitzen dute, gure artzaiak esnea prezio baxuetan saltzera behartuta daude, gazteek, etorkizunik gabe, euren herritik atera behar dute lan bila, edota armadan zein polizian sartzen dira soldataren beharrean.

Gure herriaren egoera Italiarekiko menpekotasunaren ondorio zuzena izanda, gu independentista ezkertiarrok lehentasuna borroka abertzaleari eman diogu, bai askapen nazionalerako, baita sozialerako ere. Italia mailako ezker eta eskuineko alderdien arteko lehia faltsuaren aurrean, benetako dialektikak independentziaren aldekoak eta menpekotasunaren aldekoak jarri behar ditu aurrez aurre.

A Manca pro s’Indipendentzia mugimendu politikoak, bere hasieratik helburu jakin bat izan du: ikuspuntu antikolonialista batetik abiatuta, independentista ezkertiar guztiak bilduz Independentzia eta Sozialismoa oinarrizko helburu dituen mugimendu zabala sortzea. Hala eta guztiz ere, sozialismoa helburu bezala eduki gabe, Sardinian independentziaren alde diarduten beste mugimendu anitz dago. Hauek ere borroka antikolonialista bat garatzen dute, Italiaren zapalkuntza ekonomiko, politiko eta kulturalari aurre egiten diotelako. Horregatik, guztien indarrak metatu eta Sardiniako mugimendu independentistaren batasun prozesua borroka honetan pausu garrantzitsu bat dela ondorioztatu dugu.

Batasunaren estrategia garatzeko aukera, otsailaren 15 eta 16an izan diren Sardiniako parlamentu eta gobernurako hauteskundeek eman dute. Renato Soruren (Sardiniako erkidegoko lehendakaria azken 5 urteetan, zentru-ezkerreko Partito Democratico alderdi italiarrarekin) dimisioak argi utzi du bere “Sardiniarako proiektuak” irlako kultura, ekonomia eta gizartea garatzeko saiakeran porrot egin duela. Aurreko hauteskundeetan Soruk sardiniarren bozkak bereganatu zituen bere burua buruzagitza autonomista berri baten partaide bezala aurkeztuz. Estatu zentralarekiko erlazioak berrikusi, irlako ekonomia eta kultura indartu, burujabetzan sakondu eta NATOko zein Italiako base militarrak ixtea ziren bultzatu nahi zituen politikak. Sardiniarrek 2004an amets hura sinetsi zuten, baino gaur egun jada txikituta dago. Proiektua babesten zuen Partito Democraticoan egondako barne liskarrek Soruren gobernua ahuldu dute.

Italianistek ekarritako krisi politikoari beraiek ere sortutako krisi ekonomikoa gehitu behar diogu. Dimisioen egun berean Porto Torreseko birfindegia bi hilabeterako itxiko zela jakin genuen, etorkizunerako 5.000 lanpostuak arriskuan daudela adieraziz. Eraberean, beste hainbat industriagune ixtear daude. Enpresari italiarrek, estatuak zein erkidegoak emandako laguntzak jaso ondoren, errentagarriak diren lantegiak deslokalizatzeko prozesua abian jarri dute, lan-merkatu merkeagoen bila. Etengabeko industria, artisautza, artzantza eta nekazaritza-krisia, barrualdeko despopulaketa eta irlatik kanporako emigrazioaren gorakada azken 60 urteetan politikari italianistek garatutako politikaren ondorio dira.

Testuinguru honetan A Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione eta ezker independentistaren beste erakundek eraikuntza nazionalerako bidea ireki nahian Sardiniako mugimendu independentistaren batasuna bultzatu dute. Independentisten artean, soilik IRS (Indipendentzia Repubrica de Sardigna) alderdiak ez du, momentuz, proiektu honekin bat egin.

Batasun prozesu honen lehen emaitza Unidade Indipendentista koalizioaren jaiotza izan da. Bere ikurra Sardinia gorri bat da, gainean aizto nuragikoa duena (erromatar okupazioaren aurrean sardiniarrek azaldutako erresistentziaren eta herri izaeraren ikur) eta, hau inguratzen, gaurko Sardiniako ikurrinan azaltzen diren lau mairuen begietako zapia dago. Irlak jasaten duen egoerari aurre egiteko Unidade Indipendentistak herriaren beharrei erantzuteko moduko programa politikoa idatzi du, orain arteko politikak ahaztu eta burujabetza ekonomiko, politiko eta kulturalean aurrera egiteko (http://www.unidadeindipendentista.org/).

Gure programa eta ideiak herri, auzo, lantegi, artzantza eta nekazal guneetara zabaltzea izan da azken asteotako lana, hau da, mezu independentista zabaltzea. Jakin badakigu Sardiniako mugimendu independentista gaur egun ahula dela eta momentuz herriak ez duela barneratu indar independentista eta indar kolonialista-unionisten artean ematen den dialektika. Horregatik, ez dugu hauteskunde hauetara mugatu gure batasunaren estrategia.

Bat-bateko emaitza onak espero ezin ditugula jakinda, epe luzerako helburuak finkaturik egin behar dugu lan. Zentzu honetan, erkidegorako hauteskundeak independentisten arteko batasun prozesu hau bultzatzeko tresna bilakatu nahi izan dugu, emaitzetatik haratago joanda. Prozesu honetan diardugun taldeok batasunaren estrategian aurrerapausuak eman nahi ditugu, espero eta nahi ditugun emaitzak eta babesak lortu aurretik luzaroan lan egin beharko dugula jakinda.

Ezin da bidezidorrik aukeratu, gure arrazoiak eta printzipioak Sardiniako komunitatean errotu behar ditugu beste ezer baino lehen, independentziaren ideia indartu, gure askapen nazional eta sozialerako bidea jorratzeko. Hauteskundeak Unidade Indipendentista ezagutarazteko eta bere mezua zabaltzeko bozgoragailua baino ez dira izan. Hauen ostean hasiko da benetako lana. Lantegi, auzo, herri, artzai eta nekazal guneetara bueltatuko gara idei independentistak zabaldu eta sendotzeko, Italiatik inposaturiko kasta politiko eta ekonomikoa salatuko dugu, Sardiniako herriaren esplotazioan eta menperatzean duten erantzukizuna argi utziz. Hauen aurrean, herriak behar duen alternatiba eraikiko dugu, burujabetza eta independentziaren bidean.

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Sardiniako Batasun Indipendentistaren estrategia (Unidade Indipendentista)

150 urte dira Sardinia italiar estatuaren kolonia dela. Italiak irla ustiatzeko duen moduan menpekotasun hau antzematen da: metropoliko kapital handiaren inbertsio esparru, base militar herraldoi, turismorako paradisu, lanesku prekario eta merkea eskuratzeko lan-merkatu eta italiako alderdiek bozkak jasotzeko lekua bilakatu da Sardinia azken hamarkadetan. Bertako ekimen ekonomikoak baztertuak izan dira Italiatik inposatutako garapen ereduarekin bat ez zetozelako. Honen arabera, bertako aberastasunak Italiako eta beste atzerriko herrietako enpresariek eraman dituzte. Testuinguru honen eraginez, irlako ekonomia eta gizartea egoera larrian aurkitzen dira: Italiatik inposatutako industriak ixten ari dira, lurraldea etengabean gainustiatzen jarraitzen dute, gure artzaiak esnea prezio baxuetan saltzera behartuta daude, gazteek, etorkizunik gabe, euren herritik atera behar dute lan bila, edota armadan zein polizian sartzen dira soldataren beharrean.

Gure herriaren egoera Italiarekiko menpekotasunaren ondorio zuzena izanda, gu independentista ezkertiarrok lehentasuna borroka abertzaleari eman diogu, bai askapen nazionalerako, baita sozialerako ere. Italia mailako ezker eta eskuineko alderdien arteko lehia faltsuaren aurrean, benetako dialektikak independentziaren aldekoak eta menpekotasunaren aldekoak jarri behar ditu aurrez aurre.

A Manca pro s’Indipendentzia mugimendu politikoak, bere hasieratik helburu jakin bat izan du: ikuspuntu antikolonialista batetik abiatuta, independentista ezkertiar guztiak bilduz Independentzia eta Sozialismoa oinarrizko helburu dituen mugimendu zabala sortzea. Hala eta guztiz ere, sozialismoa helburu bezala eduki gabe, Sardinian independentziaren alde diarduten beste mugimendu anitz dago. Hauek ere borroka antikolonialista bat garatzen dute, Italiaren zapalkuntza ekonomiko, politiko eta kulturalari aurre egiten diotelako. Horregatik, guztien indarrak metatu eta Sardiniako mugimendu independentistaren batasun prozesua borroka honetan pausu garrantzitsu bat dela ondorioztatu dugu.

Batasunaren estrategia garatzeko aukera, otsailaren 15 eta 16an izan diren Sardiniako parlamentu eta gobernurako hauteskundeek eman dute. Renato Soruren (Sardiniako erkidegoko lehendakaria azken 5 urteetan, zentru-ezkerreko Partito Democratico alderdi italiarrarekin) dimisioak argi utzi du bere “Sardiniarako proiektuak” irlako kultura, ekonomia eta gizartea garatzeko saiakeran porrot egin duela. Aurreko hauteskundeetan Soruk sardiniarren bozkak bereganatu zituen bere burua buruzagitza autonomista berri baten partaide bezala aurkeztuz. Estatu zentralarekiko erlazioak berrikusi, irlako ekonomia eta kultura indartu, burujabetzan sakondu eta NATOko zein Italiako base militarrak ixtea ziren bultzatu nahi zituen politikak. Sardiniarrek 2004an amets hura sinetsi zuten, baino gaur egun jada txikituta dago. Proiektua babesten zuen Partito Democraticoan egondako barne liskarrek Soruren gobernua ahuldu dute.

Italianistek ekarritako krisi politikoari beraiek ere sortutako krisi ekonomikoa gehitu behar diogu. Dimisioen egun berean Porto Torreseko birfindegia bi hilabeterako itxiko zela jakin genuen, etorkizunerako 5.000 lanpostuak arriskuan daudela adieraziz. Eraberean, beste hainbat industriagune ixtear daude. Enpresari italiarrek, estatuak zein erkidegoak emandako laguntzak jaso ondoren, errentagarriak diren lantegiak deslokalizatzeko prozesua abian jarri dute, lan-merkatu merkeagoen bila. Etengabeko industria, artisautza, artzantza eta nekazaritza-krisia, barrualdeko despopulaketa eta irlatik kanporako emigrazioaren gorakada azken 60 urteetan politikari italianistek garatutako politikaren ondorio dira.

Testuinguru honetan A Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione eta ezker independentistaren beste erakundek eraikuntza nazionalerako bidea ireki nahian Sardiniako mugimendu independentistaren batasuna bultzatu dute. Independentisten artean, soilik IRS (Indipendentzia Repubrica de Sardigna) alderdiak ez du, momentuz, proiektu honekin bat egin.

Batasun prozesu honen lehen emaitza Unidade Indipendentista koalizioaren jaiotza izan da. Bere ikurra Sardinia gorri bat da, gainean aizto nuragikoa duena (erromatar okupazioaren aurrean sardiniarrek azaldutako erresistentziaren eta herri izaeraren ikur) eta, hau inguratzen, gaurko Sardiniako ikurrinan azaltzen diren lau mairuen begietako zapia dago. Irlak jasaten duen egoerari aurre egiteko Unidade Indipendentistak herriaren beharrei erantzuteko moduko programa politikoa idatzi du, orain arteko politikak ahaztu eta burujabetza ekonomiko, politiko eta kulturalean aurrera egiteko (http://www.unidadeindipendentista.org/).

Gure programa eta ideiak herri, auzo, lantegi, artzantza eta nekazal guneetara zabaltzea izan da azken asteotako lana, hau da, mezu independentista zabaltzea. Jakin badakigu Sardiniako mugimendu independentista gaur egun ahula dela eta momentuz herriak ez duela barneratu indar independentista eta indar kolonialista-unionisten artean ematen den dialektika. Horregatik, ez dugu hauteskunde hauetara mugatu gure batasunaren estrategia.

Bat-bateko emaitza onak espero ezin ditugula jakinda, epe luzerako helburuak finkaturik egin behar dugu lan. Zentzu honetan, erkidegorako hauteskundeak independentisten arteko batasun prozesu hau bultzatzeko tresna bilakatu nahi izan dugu, emaitzetatik haratago joanda. Prozesu honetan diardugun taldeok batasunaren estrategian aurrerapausuak eman nahi ditugu, espero eta nahi ditugun emaitzak eta babesak lortu aurretik luzaroan lan egin beharko dugula jakinda.

Ezin da bidezidorrik aukeratu, gure arrazoiak eta printzipioak Sardiniako komunitatean errotu behar ditugu beste ezer baino lehen, independentziaren ideia indartu, gure askapen nazional eta sozialerako bidea jorratzeko. Hauteskundeak Unidade Indipendentista ezagutarazteko eta bere mezua zabaltzeko bozgoragailua baino ez dira izan. Hauen ostean hasiko da benetako lana. Lantegi, auzo, herri, artzai eta nekazal guneetara bueltatuko gara idei independentistak zabaldu eta sendotzeko, Italiatik inposaturiko kasta politiko eta ekonomikoa salatuko dugu, Sardiniako herriaren esplotazioan eta menperatzean duten erantzukizuna argi utziz. Hauen aurrean, herriak behar duen alternatiba eraikiko dugu, burujabetza eta independentziaren bidean.

==es==

Sardiniako Batasun Indipendentistaren estrategia (Unidade Indipendentista)

150 urte dira Sardinia italiar estatuaren kolonia dela. Italiak irla ustiatzeko duen moduan menpekotasun hau antzematen da: metropoliko kapital handiaren inbertsio esparru, base militar herraldoi, turismorako paradisu, lanesku prekario eta merkea eskuratzeko lan-merkatu eta italiako alderdiek bozkak jasotzeko lekua bilakatu da Sardinia azken hamarkadetan. Bertako ekimen ekonomikoak baztertuak izan dira Italiatik inposatutako garapen ereduarekin bat ez zetozelako. Honen arabera, bertako aberastasunak Italiako eta beste atzerriko herrietako enpresariek eraman dituzte. Testuinguru honen eraginez, irlako ekonomia eta gizartea egoera larrian aurkitzen dira: Italiatik inposatutako industriak ixten ari dira, lurraldea etengabean gainustiatzen jarraitzen dute, gure artzaiak esnea prezio baxuetan saltzera behartuta daude, gazteek, etorkizunik gabe, euren herritik atera behar dute lan bila, edota armadan zein polizian sartzen dira soldataren beharrean.

Gure herriaren egoera Italiarekiko menpekotasunaren ondorio zuzena izanda, gu independentista ezkertiarrok lehentasuna borroka abertzaleari eman diogu, bai askapen nazionalerako, baita sozialerako ere. Italia mailako ezker eta eskuineko alderdien arteko lehia faltsuaren aurrean, benetako dialektikak independentziaren aldekoak eta menpekotasunaren aldekoak jarri behar ditu aurrez aurre.

A Manca pro s’Indipendentzia mugimendu politikoak, bere hasieratik helburu jakin bat izan du: ikuspuntu antikolonialista batetik abiatuta, independentista ezkertiar guztiak bilduz Independentzia eta Sozialismoa oinarrizko helburu dituen mugimendu zabala sortzea. Hala eta guztiz ere, sozialismoa helburu bezala eduki gabe, Sardinian independentziaren alde diarduten beste mugimendu anitz dago. Hauek ere borroka antikolonialista bat garatzen dute, Italiaren zapalkuntza ekonomiko, politiko eta kulturalari aurre egiten diotelako. Horregatik, guztien indarrak metatu eta Sardiniako mugimendu independentistaren batasun prozesua borroka honetan pausu garrantzitsu bat dela ondorioztatu dugu.

Batasunaren estrategia garatzeko aukera, otsailaren 15 eta 16an izan diren Sardiniako parlamentu eta gobernurako hauteskundeek eman dute. Renato Soruren (Sardiniako erkidegoko lehendakaria azken 5 urteetan, zentru-ezkerreko Partito Democratico alderdi italiarrarekin) dimisioak argi utzi du bere “Sardiniarako proiektuak” irlako kultura, ekonomia eta gizartea garatzeko saiakeran porrot egin duela. Aurreko hauteskundeetan Soruk sardiniarren bozkak bereganatu zituen bere burua buruzagitza autonomista berri baten partaide bezala aurkeztuz. Estatu zentralarekiko erlazioak berrikusi, irlako ekonomia eta kultura indartu, burujabetzan sakondu eta NATOko zein Italiako base militarrak ixtea ziren bultzatu nahi zituen politikak. Sardiniarrek 2004an amets hura sinetsi zuten, baino gaur egun jada txikituta dago. Proiektua babesten zuen Partito Democraticoan egondako barne liskarrek Soruren gobernua ahuldu dute.

Italianistek ekarritako krisi politikoari beraiek ere sortutako krisi ekonomikoa gehitu behar diogu. Dimisioen egun berean Porto Torreseko birfindegia bi hilabeterako itxiko zela jakin genuen, etorkizunerako 5.000 lanpostuak arriskuan daudela adieraziz. Eraberean, beste hainbat industriagune ixtear daude. Enpresari italiarrek, estatuak zein erkidegoak emandako laguntzak jaso ondoren, errentagarriak diren lantegiak deslokalizatzeko prozesua abian jarri dute, lan-merkatu merkeagoen bila. Etengabeko industria, artisautza, artzantza eta nekazaritza-krisia, barrualdeko despopulaketa eta irlatik kanporako emigrazioaren gorakada azken 60 urteetan politikari italianistek garatutako politikaren ondorio dira.

Testuinguru honetan A Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione eta ezker independentistaren beste erakundek eraikuntza nazionalerako bidea ireki nahian Sardiniako mugimendu independentistaren batasuna bultzatu dute. Independentisten artean, soilik IRS (Indipendentzia Repubrica de Sardigna) alderdiak ez du, momentuz, proiektu honekin bat egin.

Batasun prozesu honen lehen emaitza Unidade Indipendentista koalizioaren jaiotza izan da. Bere ikurra Sardinia gorri bat da, gainean aizto nuragikoa duena (erromatar okupazioaren aurrean sardiniarrek azaldutako erresistentziaren eta herri izaeraren ikur) eta, hau inguratzen, gaurko Sardiniako ikurrinan azaltzen diren lau mairuen begietako zapia dago. Irlak jasaten duen egoerari aurre egiteko Unidade Indipendentistak herriaren beharrei erantzuteko moduko programa politikoa idatzi du, orain arteko politikak ahaztu eta burujabetza ekonomiko, politiko eta kulturalean aurrera egiteko (http://www.unidadeindipendentista.org/).

Gure programa eta ideiak herri, auzo, lantegi, artzantza eta nekazal guneetara zabaltzea izan da azken asteotako lana, hau da, mezu independentista zabaltzea. Jakin badakigu Sardiniako mugimendu independentista gaur egun ahula dela eta momentuz herriak ez duela barneratu indar independentista eta indar kolonialista-unionisten artean ematen den dialektika. Horregatik, ez dugu hauteskunde hauetara mugatu gure batasunaren estrategia.

Bat-bateko emaitza onak espero ezin ditugula jakinda, epe luzerako helburuak finkaturik egin behar dugu lan. Zentzu honetan, erkidegorako hauteskundeak independentisten arteko batasun prozesu hau bultzatzeko tresna bilakatu nahi izan dugu, emaitzetatik haratago joanda. Prozesu honetan diardugun taldeok batasunaren estrategian aurrerapausuak eman nahi ditugu, espero eta nahi ditugun emaitzak eta babesak lortu aurretik luzaroan lan egin beharko dugula jakinda.

Ezin da bidezidorrik aukeratu, gure arrazoiak eta printzipioak Sardiniako komunitatean errotu behar ditugu beste ezer baino lehen, independentziaren ideia indartu, gure askapen nazional eta sozialerako bidea jorratzeko. Hauteskundeak Unidade Indipendentista ezagutarazteko eta bere mezua zabaltzeko bozgoragailua baino ez dira izan. Hauen ostean hasiko da benetako lana. Lantegi, auzo, herri, artzai eta nekazal guneetara bueltatuko gara idei independentistak zabaldu eta sendotzeko, Italiatik inposaturiko kasta politiko eta ekonomikoa salatuko dugu, Sardiniako herriaren esplotazioan eta menperatzean duten erantzukizuna argi utziz. Hauen aurrean, herriak behar duen alternatiba eraikiko dugu, burujabetza eta independentziaren bidean.