Per l'indipendenza e contro la crisi. La lotta del sindacato basco

lab igor urrutikoetxeaIl megafono quotidiano

Incontro pubblico a Roma tra il rappresentante del sindacato indipendentista Lab e il sindacalismo di base. «I lavoratori non pagano la vostra crisi» lo slogan unificante delle realtà che hanno ristabilito una solidarietà concreta.

 

Intervento sociale in tutte le principali fabbriche e istituzioni, decine di migliaia di affiliati in ogni provincia di Euskal Herria, rappresentatività nei posti di lavoro della Comunità Autonoma Basca, presenza e intervento importante anche nel territorio sotto amministrazione francese: questi sono i numeri che mette sul tavolo Igor Urrutikoetxea , responsabile internazionale del sindacato basco LAB, all’incontro organizzato insieme a RdB, Cobas e SdL dal nodo romano della rete  Euskal Herriaren Lagunak (Amici del Paese Basco).
In Italia per una serie di incontri con il sindacalismo di base, Urrutikoetxea ha esposto in modo cristallino una situazione peculiare quale quella del sindacalismo abertzale o indipendentista, dove Lab si trova a essere allo stesso tempo organizzazione rivendicativa dei lavoratori ma anche parte fondamentale del movimento di liberazione nazionale, del quale condivide avanzamenti e difficoltà.
E’ stato proprio in una sede di Lab a Donostia dove quasi due mesi fa ha fatto irruzione la polizia spagnola arrestando una decina di persone, tra cui il noto dirigente indipendentista Arnaldo Otegi nonchè Rafa Diez, che per vent’anni ha ricoperto l’incarico del sindacato abertzale. Il supposto “crimine” di cui sono accusati - aver tentato di ricostituire il partito indipendentista basco dopo le numerose illegalizzazioni di cui è stato fatto oggetto - dà l’idea della criminalizzazione di cui è vittima la sinistra abertzale ma anche delle difficoltà nelle quali Lab è costretto a lavorare.
Nonostante tutto, con un lavoro costante di radicamento sociale Lab è riuscito a imporsi a trenta anni dalla sua fondazione come un protagonista fondamentale nelle relazioni industriali del Paese Basco: così come dieci anni fa è riuscito a mobilitare la società basca in una battaglia che ha portato a ottenere le 35 ore per il settore pubblico e il salario sociale, la sfida di oggi ovviamente sta nella reazione di classe alla crisi economica. Nella sua relazione Urrutikoetxea ha passato brevemente in rassegna le ultime lotte che ha dispiegato la maggioranza sindacale basca formata tra gli altri da LAB e da ELA, un sindacato originariamente legato al Partito Nazionalista Basco e poi progressivamente radicalizzatosi. Con la parola d’ordine “I lavoratori non pagheranno la vostra crisi” (vi ricorda qualcosa?) il sindacalismo basco lo scorso maggio ha organizzato uno sciopero generale, e ha lanciato una piattaforma in dieci punti con la quale propone un modello economico alternativo e un’uscita di classe dalla crisi economica.
Non è stata una sorpresa che proposte quali il blocco dei licenziamenti, la lotta alla precarietà, lo stop alle privatizzazioni e la difesa del settore pubblico abbiano incontrato il favore del sindacalismo di base italiano, presente all’assemblea ai massimi livelli: Pierpaolo Leonardi (RdB), Vincenzo Miliucci (Cobas) e Fabrizio Tomaselli (SdL) nei loro interventi hanno rimarcato come non sia un caso che lo sciopero generale svolto lo scorso ottobre dalle loro organizzazioni avesse parole d’ordine sovrapponibili a quelle di Lab. D’altronde è evidente, hanno sottolineato i sindacalisti, che se si vuole reagire alla crisi da un punto di vista non concertativo la risposta non può che passare per la difesa a oltranza degli interessi dei lavoratori attraverso la mobilitazione e il conflitto sociale.
Pur con accenti differenti in base alle proprie specificità, i rappresentanti sindacali hanno manifestato il loro interesse verso il movimento dei lavoratori basco, con il quale intrettengono relazioni continuative ormai da molti anni, e allo stesso tempo si sono impegnati nella difesa delle battaglie democratiche condotte da Lab. Concretamente, la posta in gioco è quella di garantire nel Paese Basco piena agibilità sindacale, la possibilità di difendere pubblicamente tutte le opzioni politiche - inclusa quella indipendentista - e il riconoscimento del diritto del popolo basco a decidere liberamente il proprio futuro.
Concludendo l’assemblea, il rappresentante dei Lagunak ha ricordato i prossimi appuntamenti della solidarietà con il Paese Basco, dalla Settimana Internazionalista (8-14 Febbraio) alla manifestazione nazionale a Milano “Tanti Popoli Una Sola Lotta” per l’autodeterminazione dei popoli basco, palestinese, curdo (20 Febbraio); dal canto suo, Urrutikoetxea ha auspicato che nel caso dovesse tornare a Roma nel prossimo futuro, gli piacerebbe avere l’opportunità di annunciare l’inizio del processo di risoluzione democratica del conflitto basco.
Ci auguriamo quindi di averlo di nuovo tra noi il prima possibile.
Euskal Herriaren Lagunak (Amic*i del Paese Basco) -