L'internazionalismo nelle origini del nazionalismo basco

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L'internazionalismo nelle origini del nazionalismo basco

Un incontro confuso e conflittuale

Alla fine del s.XIX, la società basca tenta di superare il profondo trauma che ha supposto la perdita dei suoi diritti storici. Un settore di questa società(quello dei fueros), riafferma la sua identità e chiede il recupero delle giurisdizioni che lo Stato spagnolo ha abolito. Un altro settore (quello nazionalista), rompe con gli anteriori e va più lontano. Riafferma anche l'identità basca ma non si accontenta di recuperare le giurisdizioni, esige il riconoscimento di Euskadi come nazione indipendente e sovrana.

Le ambiguità di Sabino Arana.

Sabino Arana nasce nel 1865. Durante la sua breve vita elabora il pensiero politico del nazionalismo e federa il Partito Nazionalista Basco il 31 Luglio del 1895. La sua ideologia è determinata da vari fattori cui pretende di far fronte: il centralismo statale che ha abolito le giurisdizioni, l'espansionismo industriale di Bizkaia che distorce la forma di vita tradizionale, l'arrivo massiccio di lavoratori di fuori di Euskadi che minacciano l'identità, la lingua e le abitudini autoctone, l'emergenza del pensiero socialista e della lotta di classe completamente opposti alla pretesa armonia di una società patriarcale.

Il pensiero politico di Arana è reazionario e clericale. Si riafferma nei segni di identità baschi intendendo come uno dei più radicati la confessionalità. Lo stesso termine che identifica il suo movimento come jelkide è un'abbreviazione che fa riferimento agli elementi cardine del suo progetto: Jainkoa eta Lagi Zaharrak, Dio e le Leggi antiche. Non può ovviare la cruda realtà di un capitalismo locale che sfrutta in forma selvaggia un proletariato, nella sua grande maggioranza, spagnolo. Sabino Arana cerca una risposta a questa tragedia dalle sue chiavi reazionarie: consiglia magnanimità agli sfruttatori baschi e sviluppa azioni di beneficenza per alleviare la sofferenza degli sfruttati forestieri.

Sabino Arana

 

 

Né i residenti in Euskal Herria né gli appena arrivati tentano di cercare punti di incontro in chiave internazionalista. Al contrario, entrambe le comunità si guardano con ostilità e si combattono. In entrambi i lati c'è un senso di appartenenza nazionale differenziata che li allontana ed affronta.

                        

                          Sabino Arana.

Le prime relazioni internazionali

Gli atteggiamenti di Sabino Arana sono molto differenti quando affronta gli avvenimenti internazionali che si stanno producendo nella sua epoca ed in altri continenti. I mambises cubani si sono sollevati in armi contro la Corona spagnola ed anche le Filippine conoscono movimenti di agitazione indipendentista; sono le ultime colonie di un impero agonizzante ed anche esse vogliono recuperare la loro sovranità. Sabino Arana guarda con evidente simpatia il movimento emergente che prende corpo in entrambe le colonie. Le sue aspirazioni e quelle di questi paesi sono coincidenti. Egli voleva per i baschi quello che stanno propugnando Cuba e Filippine. Se questi arrivassero a sconfiggere la Spagna, avrebbero dato impulso al sentimento nazionale basco, porrebbero un precedente e debiliterebbero l'imperialismo spagnolo contro il quale si ribella Arana. In questo campo, l'ideologia e la pratica di Arana riflettono un antimperialismo fervente e poco analitico.

Cuba e le Filippine sconfissero l'esercito spagnolo ed accedettero all'indipendenza. Sabino, conseguente con la sua ideologia, difese pubblicamente il pieno diritto che avevano entrambe le isole di non dipendere amministrativamente da Madrid. Tutto lo Stato spagnolo era traumatizzato dunque considerava una tragedia la perdita delle ultime colonie; per quel motivo non poteva tollerare la malcelata allegria di Arana. Buona parte della popolazione di Bizkaia si identificava come patrioti spagnoli e reagirono violentemente contro il pensiero soberanista del propulsore del nazionalismo: organizzarono una manifestazione che si mosse fino alla casa di Arana e la presero a pietrate con rabbia.


Antonio MazeoIndependenza Filipinas














 

Nelle foto Antonio Maceo, generale cubano e leader della guerra di indipendenza, e la proclamazione dell'Indipendenza delle Filippine.

Dopo avere espulso gli spagnoli, il Nordamerica riconobbe l'indipendenza di Cuba. Il fatto che si trattasse di un paese che spuntava come potenza imperialista emergente, non suppose nessun ostacolo affinché Sabino Arana elogiasse il ruolo giocato dagli yankees "liberatori." In maggio del 1902 si recò ad un ufficio del telegrafo ed inviò un telegramma al Presidente Roosevelt congratulandolo per avere concesso l'indipendenza al paese cubano. I distinti ambienti della Spagna imperialista reagirono con simile aggressività ed ognuno secondo il suo ruolo. Quel telegramma attentava all'unità patria ed il funzionario che doveva inoltrare il testo del telegramma non lo fece. Lo sequestrò e lo fece arrivare nelle mani dei suoi superiori. Questi lo portarono alle autorità governative che apprezzarono nel telegramma un reato e lo dirottarono alle istanze giudiziarie. Queste confermarono l'esistenza di delitto e condannarono Sabino Arana ad una condanna di vari mesi di prigione.

Politici, intellettuali e giornalisti spagnoli unirono le loro voci per dare copertura all'atteggiamento punitivo della giustizia. Uno dei settori più belligeranti contro l'appena imprigionato furono i dirigenti del Partito Socialista Operaio Spagnolo; considerarono un delitto di lesa patria l'attuazione di Arana. Anche per i socialisti di quell'epoca, l'unità spagnola prevaleva sul diritto sovrano dei paesi e nazioni. Anche le istituzioni politiche dello Stato ebbero un ruolo sul tema e si accanirono contro un carcerato che, al margine delle sue idee, pativava di una precaria salute. Segismundo Moret, Presidente del Congresso dei Deputati, liberale e spagnolo fino al midollo commentò con disprezzo: "Sarà più gagliardo che muoia nella prigione; inoltre, la tranquillità della Spagna vale bene la vita di un uomo." È evidente che il pensiero intollerante dell'impero ispanico viene da lontano e non è cambiato col passare  degli anni.

L'assalto spagnolo fu tanto violento che condizionò la vita di Arana. Quando uscì dalla prigione optò per rifugiarsi per un tempo in Donibane Lohizune (Iparralde). Dovette proteggersi e rasserenarsi poiché pesavano su lui due gravi delitti di lesa patria, spagnola: l'avere celebrato l'indipendenza delle due ultime colonie e l'avere redatto un telegramma di augurio.

 

Euskal Herria, 15 Dicembre di 2008.